Di indefinita precisione - L'arte di Alan Lee
Curatori: Cosimo Lorenzo Pancini, Emanuele Vietina, Laura Ancillotti

Sembra difficile? Bazzecole. L'impossibile è il nostro mestiere.
L'ospite di quest'anno non solo è co-autore di uno dei best-seller mondiali dell'illustrazione fantasy, non solo siede con John Howe nel Pantheon degli illustratori tolkieniani, ma si è anche accaparrato un Academy Award per le scenografie de Il "Ritorno del Re", capitolo finale del capolavoro di Peter Jackson. E' Alan Lee, classe 1947, diplomato in grafica e design alla Ealing School of Art, autore con Brian Froud del libro "Fate" (Faeries, 1978) e illustratore di innumerevoli "testi sacri" del fantastico, dal Mabinogion all'Iliade (la cui interpretazione, per il volume Black Ships Before Troy, gli è valso il prestigioso Kate Greenaway Award).

Già: alla base dello smisurato lavoro di progettazione delle ambientazioni e dei costumi della trilogia di Jackson, che si è avvalsa delle più avanzate tecniche di postproduzione digitale,ci sono sempre dei semplici disegni a matita. Semplici, e al tempo stesso dettagliatissimi: come fossero istantanee colte dal vero, col segno leggero e curioso del naturalista innamorato dei propri soggetti. Non c'è la fatica del progetto nei disegni di Alan Lee, ma piuttosto il divertimento di chi attraversa come un turista i mondi della propria fantasia. In questo modo i disegni non diventano solo testimonianze visive, o strumenti di lavoro per una troupe di effetti speciali: sono piuttosto gli atti di un mago che evoca oggetti dal nulla. Oggetti tangibili, che diventeranno per tutti non solo immagini di un film, ma ricordi vividi da condividere, ricchi di emozioni, avvenimenti, suoni, forse persino odori.
Così, ad esempio, i disegni per Gondor nascono seguendo gli spostamenti degli eroi tolkieniani, senza un preciso piano complessivo, ma con lo sguardo curioso del cronista. Solo in seguito vengono rielaborati dallo staff della Weta per realizzare uno straordinario modellino che servirà da base per le elaborazioni digitali e per i set del film. E, sempre partendo dagli schizzi, sono stati realizzati effetti speciali ed oggetti di ogni sorta: da quelli artigianali di fattura Hobbit, a quelli più complessi come il prezioso grimorio di Saruman, con tanto di illustrazioni e scritture in elfico, destinato poi a non comparire nel film.

parole di Tolkien hanno creato per prime e che il film di Jackson è riuscito con successo a rievocare. Ma non solo: sarà l'occasione per una panoramica completa sul lavoro di questo grandissimo illustratore, comprensiva dei progetti non collegati all'universo Tolkieniano. Uno straordinario viaggio nell'opera di un autore che dal suo studio di Dartmoor, un antico granaio
di pietra coperto di rose, è in grado di trasportarci in un mondo a parte, dove è la
nostra fantasia che richiede di essere appagata: il mondo dei sogni.
Insomma, ce l'abbiamo fatta: grande illustratore, visualizer tolkieniano, premio Oscar.
Il che vuol dire che il prossimo ospite di Lucca dovrà quantomeno essere un Nobel.