Maledetti toscani

Un personaggio complesso, come solo l’intelligenza può essere. Incoerente, stravagante ma allo stesso tempo dotato di una gran logica e una grande passione. Uomo di gran gusto, dai gesti paradossali e a volte bizzarri: questo era Curzio Malaparte, e ad uno dei suoi libri più famosi Lucca Comics & Games ha voluto rubare il titolo per questa mostra.

Una rassegna di fumettisti toscani, quindi, nella quale le caratteristiche di ogni autore si scoprono legate da un denominatore comune – vero o presunto che sia - quello appunto della “toscanità”. Satira, ironia, irriverenza, talento artistico, sberleffo, irruenza e simpatia: questi gli elementi di una collettiva che abbraccia tutti gli aspetti del cartoonig contemporaneo attraverso il lavoro di 40 (questo è il numero magico di quest’anno, no?) disegnatori, rappresentanti appunto di una “toscanità” che non è sterile sciovinismo, ma la precisa volontà di sentirsi cittadini del mondo con specifiche peculiarità ereditate dalla storia. Polemici, testardi, goliardi, ma anche generosi, mecenati (Mecenate era un etrusco, quindi un toscano, no?), aperti ed amanti dell’arte e della cultura.

E dove potevano essere collocati i 40 disegnatori di fama nazionale ed internazionale oggetto di questa specialissima collettiva? In quale luogo possono trovarsi a loro agio questi “maledetti toscani” se non all’Inferno? Un Inferno del tutto ironico, ovviamente, magari più irriverente e confortevole di quello originale, strutturato in un susseguirsi di “gironi” nei quali troveremo a farci da guida il grande “padre” della letteratura italiana, il toscanissimo Dante Alighieri, contornato da una schiera di maliziosi diavoletti.

I satirici, gli avventurosi, i comici: aggregati in grandi categorie tematiche, ciascun autore troverà posto nel proprio “girone”, attraverso una ricca selezione di immagini, aneddoti, biografie e tavole originali, consacrando come davvero imperdibile questa “Divina Commedia” del fumetto di casa nostra.

Un cerchio perfetto che racchiude Toscana, fumetti e cultura, una O degna di Giotto.
Anch’egli toscano, guarda caso!