Lucca Comics And Games 2006
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Lucca Comics And Games 2006. Mostra Mercato: 1-5 novembre; Mostre Espositive: 28 ottobre - 12 novembre.
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Di indefinita precisione - L'arte di Alan Lee

Curatori: Cosimo Lorenzo Pancini, Emanuele Vietina, Laura Ancillotti

L'arte di Alan Lee
Trovare illustratori ospiti a Lucca Games sta diventando ogni anno più difficile. E non perché siano in pochi a proporsi, o la scelta sia esigua... anzi. Il problema è la voglia del nostro staff di rilanciare ogni volta, cercando di offrire al nostro pubblico la possibilità di un viaggio sempre più straordinario nell'arte di chi ha plasmato i nostri sogni e le nostre visioni. Dopo Brom, John Howe, Larry Elmore, Ciruelo, Paul Bonner, Brian Froud, questo compito sta diventando particolarmente gravoso, vi assicuro. Volevamo non solo un illustratore di indiscusso talento, un riconosciuto interprete del più amato dei mondi fantastici... doveva almeno aver vinto un Oscar.

Sembra difficile? Bazzecole. L'impossibile è il nostro mestiere.

L'ospite di quest'anno non solo è co-autore di uno dei best-seller mondiali dell'illustrazione fantasy, non solo siede con John Howe nel Pantheon degli illustratori tolkieniani, ma si è anche accaparrato un Academy Award per le scenografie de Il "Ritorno del Re", capitolo finale del capolavoro di Peter Jackson. E' Alan Lee, classe 1947, diplomato in grafica e design alla Ealing School of Art, autore con Brian Froud del libro "Fate" (Faeries, 1978) e illustratore di innumerevoli "testi sacri" del fantastico, dal Mabinogion all'Iliade (la cui interpretazione, per il volume Black Ships Before Troy, gli è valso il prestigioso Kate Greenaway Award).

L'arte di Alan Lee
Alan Lee, insieme a John Howe, è oggi l'indiscusso interprete visuale dell'universo de Il Signore degli Anelli di J. R. R. Tolkien. E' un mondo che ha scoperto giovanissimo, quando a diciassette anni lavorava come giardiniere in un cimitero, e che lo ha portato di pubblicazione in pubblicazione fino alla Nuova Zelanda, a dirigere un reparto artistico di quattrocento persone tra artisti e artigiani, tutti pronti a trasformare in scenografie i suoi schizzi a matita.

Già: alla base dello smisurato lavoro di progettazione delle ambientazioni e dei costumi della trilogia di Jackson, che si è avvalsa delle più avanzate tecniche di postproduzione digitale,ci sono sempre dei semplici disegni a matita. Semplici, e al tempo stesso dettagliatissimi: come fossero istantanee colte dal vero, col segno leggero e curioso del naturalista innamorato dei propri soggetti. Non c'è la fatica del progetto nei disegni di Alan Lee, ma piuttosto il divertimento di chi attraversa come un turista i mondi della propria fantasia. In questo modo i disegni non diventano solo testimonianze visive, o strumenti di lavoro per una troupe di effetti speciali: sono piuttosto gli atti di un mago che evoca oggetti dal nulla. Oggetti tangibili, che diventeranno per tutti non solo immagini di un film, ma ricordi vividi da condividere, ricchi di emozioni, avvenimenti, suoni, forse persino odori.

Così, ad esempio, i disegni per Gondor nascono seguendo gli spostamenti degli eroi tolkieniani, senza un preciso piano complessivo, ma con lo sguardo curioso del cronista. Solo in seguito vengono rielaborati dallo staff della Weta per realizzare uno straordinario modellino che servirà da base per le elaborazioni digitali e per i set del film. E, sempre partendo dagli schizzi, sono stati realizzati effetti speciali ed oggetti di ogni sorta: da quelli artigianali di fattura Hobbit, a quelli più complessi come il prezioso grimorio di Saruman, con tanto di illustrazioni e scritture in elfico, destinato poi a non comparire nel film.

L'arte di Alan Lee
Vedere a Lucca le tavole di Lee sarà un occasione per vivere nuovamente quelle emozioni che le
parole di Tolkien hanno creato per prime e che il film di Jackson è riuscito con successo a rievocare. Ma non solo: sarà l'occasione per una panoramica completa sul lavoro di questo grandissimo illustratore, comprensiva dei progetti non collegati all'universo Tolkieniano. Uno straordinario viaggio nell'opera di un autore che dal suo studio di Dartmoor, un antico granaio
di pietra coperto di rose, è in grado di trasportarci in un mondo a parte, dove è la
nostra fantasia che richiede di essere appagata: il mondo dei sogni.

Insomma, ce l'abbiamo fatta: grande illustratore, visualizer tolkieniano, premio Oscar.
Il che vuol dire che il prossimo ospite di Lucca dovrà quantomeno essere un Nobel.